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Pompei, turisti fregati: scavi chiusi per un’assemblea sindacale

NAPOLI- Non bastava il caldo afoso, il maltempo e chi più ne ha, più ne metta, a rendere “indimenticabile” la vacanza a Napoli di tantissimi americani, francesi e giapponesi. Ci mancava anche il “sorpresone” una volta scesi dalla circumvesuviana e diretti agli scavi di Pompei: si sono trovati davanti i cancelli chiusi per una “non annunciata” assemblea sindacale Fp Cisl, Filp e Unsa iniziata alle 9 e conclusa alle 11. E l’indignazione arriva direttamente dal presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che, appresa la notizia, ha commentato :“La chiusura dell’area archeologica di Pompei per un’improvvisa assemblea sindacale è una vergogna internazionale che danneggia l’Italia intera- ed ha aggiunto-E’ doveroso chiedere scusa ai turisti rimasti fuori dai cancelli senza preavviso alcuno. Simili atteggiamenti sono una catastrofe che penalizza l’intero comparto economico a cominciare dai lavoratori addetti”.

Pompei nell’occhio del ciclone


Ai turisti giunti sul posto, una volta compreso che gli scavi erano inaccessibili, si sono subito consolati con un bel gelato lungo la strada che porta al Santuario. Tappa rimandata a domani, per chi resta. Amaro in bocca per chi ha concluso oggi la sua vacanza. “Metteremo in campo tutte le iniziative per sanzionare i responsabili dell’accaduto ed impedire in seguito che simili atteggiamenti creino danni rilevantissimi al futuro stesso di uno dei siti più ambiti ed attrattivi”, conclude De Luca.

Il peccato e la vergogna di Pompei

Reazioni di indignazione e grande disagio si sono susseguite in queste ore. “Non c’è nessuna giustificazione a nostro avviso per quello che è successo. Questo comportamento è inaccettabile. Dovrebbero essere rimossi tutti i protagonisti di questa vicenda dai dirigenti al personale. La Campania – accusano il consigliere regionale di Davvero Verdi, Francesco Emilio Borrelli e Gianni Simioli della radiazza – non può essere massacrata a livello economico e di immagine da persone che non hanno a cuore la nostra terra. Il danno che questi individui hanno prodotto e continuano a produrre è inestimabile. Vogliamo fare causa ai protagonisti di questa vicenda per danno di immagine oltre che per interruzione di pubblico servizio. Chi lavora nel settore turistico nella nostra regione non può in alcun modo comportarsi in questo modo”.


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