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Masaniello 2015: Ruggero, il guerriero dell’editoria made in Naples

NAPOLI- Chi l’ha detto che le grandi eccellenze fuggono solo all’estero? Spesso, quelli che decidono di restare in Italia, ed ancor di più quelli che preferiscono continuare a lottare a Napoli, valorizzandola, meritano un riconoscimento senza pari: il Premio Masaniello. Quest’ultimo è giunto alla sua decima edizione e quest’anno ha premiato con il Masaniello d’Argento, opera dello scultore Domenico Sepe, tantissimi napoletani che si sono distinti per le loro capacità di promuovere e far conoscere Napoli all’Estero grazie alle loro attività commerciali, editoriali e culturali, ma anche scientifiche. La premiazione si è tenuta lo scorso 27 settembre 2015 nella splendida cornice del Teatro Sannazzaro di Napoli, presentato da Lorenza Licenziati e Sasà Trapanese. Tantissimi ospiti si sono alternati sul palco: da Monica Sarnelli a Peppe Iodice, da Francesca Bellofatto a Nino Buonocore, ed ancora la intramontabile Angela Luce, attrice conosciutissima in tutto il mondo.

Tra i premiati si è distinto per la sua giovanissima età l’editore Ruggero Savarese, titolare dell’Edisa (Edizioni Savarese), che ha promosso attraverso le sue produzioni artistiche, librarie e figurative l’immagine di Napoli e le maestrie partenopee all’estero. Ruggero, siciliano nel sangue, ma napoletano nel cuore, una laurea in Storia e tanti anni di gavetta nel settore, ha portato avanti con grande umiltà e spirito manageriale, positivo e creativo, l’impresa paterna ed in breve ha riconquistato la fiducia e l’interesse del mercato editoriale. Visibilmente commosso ed emozionato, ha concluso la premiazione con un discorso incisivo, riaprendo la questione della crisi editoriale e della necessità di “stare al passo” della tecnologia senza sacrificare la qualità delle produzioni. Ecco cosa ci ha detto in proposito:

Quali problemi riscontri nell’editoria oggi?

Ruggero: “Per quanto concerne l’editoria in generale, non posso che parlare di profonda crisi. L’intero settore è monopolizzato dai grandi marchi, vedi Mondadori, Feltrinelli, Bompiani ecc… che da soli occupano l’intero mercato che conta. I piccoli ed i medi editori sopravvivono, inserendosi in nicchie di mercato e riducendosi sempre di più nel settoriale”.

Quanto si può ancora fare per Napoli, fucina della cultura mondiale?

Ruggero: “Per esperienza e vocazione noi siamo sempre stati distanti dall’assistenzialismo statale e, difatti, tutte le case editrici che si erano principalmente appoggiate agli aiuti pubblici sono fallite o stanno fallendo. Noi, al contrario, portiamo avanti un’ aggressiva politica di investimenti che ci tiene in affari come giganti in un mercato sempre più stretto”.

Nell’era digitale come è cambiato il tuo approccio all’editoria di qualità?

Ruggero: “Per quanto concerne Napoli capitale, il discorso è spinoso. Non ho mai creduto ai revisionismi con una Napoli <<paese della cuccagna>>,  impoveritosi dopo il 1860. Napoli è una città che da almeno sei secoli unisce una grande ricchezza alla più assoluta povertà, una grande cultura alla più assoluta ignoranza. Napoli è in un certo senso la città degli opposti, ma non bisogna nascondersi dietro a un dito, in questo momento attraversiamo un momento difficile, di carenza di valori, di stato, e di denaro come non se ne vedeva da molto tempo”.

Cosa vorresti consigliare agli altri giovani editori che si accingono in questo mercato?

Ruggero: “L’approccio all’editoria di qualità è quello che ci ha reso leader nel nostro settore, noi tendiamo all’eccellenza, sperimentiamo pur rimanendo legati alla tradizione, investiamo nel made in Italy e nel made in Naples.  Non abbiamo paura delle sfide che ci rivela il futuro e seguendo quanto detto da mio padre, sappiamo che << la guerra contro chi abbassa i prezzi a discapito della qualità è persa in partenza, perchè porta ad una sfida impossibile dove nessuno vince e tutti si impoveriscono>>. Noi al contrario puntiamo alla qualità è il nostro obiettivo è quello di essere i migliori raggiungendo la fetta di mercato più esigente e raffinata”.

Giovane, risoluto e con le idee ben chiare, Ruggero Savarese continua sulla strada dell’editoria di qualità e guardando al Premio Masaniello come ad una prima grande vittoria nel corso della guerra editoriale. Si può essere noti nel mondo pur restando a Napoli.

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