
Chi non è scaramantico alzi la mano! La vita di tutti i giorni ci invita costantemente a interpretare simboli, allegorie o segni. C’è chi gioca i numeri al lotto dopo un sogno molto particolare, chi li fa al momento di un evento straordinario, chi non passa sotto le scale e chi non attraversa se è appena passato un gatto nero.
Che vuol dire tutto questo? La dimensione simbolica fa parte integrante della nostra vita. Inizialmente, il simbolo era legato alle credenze religiose, poi il carattere sacro ed esoterico tende a lasciare il posto all’interpretazione dei profani.
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Ecco come togliere il malocchio
Che cos’è il simbolo? La parola viene dal greco sumbolon e indicava un frammento di ceramica , di osso o metallo che si divideva in due al momento di stipulare un contratto. Le persone coinvolte ne conservavano ognuno un pezzo e così erano vincolate tra loro. Il simbolo quindi è un legamento. Il simbolo come lo si intende oggi è fondato su un significato collettivo. Napoli è patria di simboli esoterici e tutto rimanda ad un significato nascosto.
Passeggiando lungo le vie del centro storico è impossibile non notare le miriadi di corni rossi appese all’esterno dei negozi (sia per uso personale del commerciante sia per vendita al pubblico), teschi, cornucopie e così via per togliere il malocchio.
Corno contro malocchio
Il corno portafortuna è un must have per il turista che si accinge a visitare Napoli, ma lo è anche per lo stesso napoletano, che gira con un corno in tasca ed uno in casa. Secondo una tradizione scandinava il corno era lo strumento che annunciava la fine dei tempi ed era l’attributo sacro del guardiano delle porte celesti Heimdallr. Ecco che il corno da caccia diventa subito per associazione a questa figura annunciatore della messa a morte della selvaggina. Il termine latino cornu viene quindi associato alla morte. C’è però anche una sua simbologia positiva, ereditata poi dalla tradizione partenopea, ovvero è considerato il simbolo della forza e della potenza degli animali che ne sono provvisti. Essi avrebbero delle antenne cosmiche, per così dire, che incanala energia e potenza.
Pensiamo all’unicorno, l’animale fantastico simbolo della relazione tra uomo e Dio, tra fantasia e realtà. Il corno è citato anche nella Bibbia come shofar annunciando il pentimento. Il simbolo positivo si trasforma nel suo opposto come emblema di bestialità, di asservimento ai sensi e dunque è il marchio del demonio.
Ma cosa c’entra tutto questo con il corno napoletano? La funzione apotropaica, cioè di allontanamento del male, esercitato dal corno rosso meglio se spezzato, regalato e storto (queste le tre qualità del corno efficace), assicura a chi lo possiede una vita lontana dal malocchio.
A Napoli si dice “non è vero, ma ci credo!” per giustificare l’adesione a questa eredità culturale che proviene da un lontano passato di credenze popolari religiose e profane. A tal proposito, da bravi napoletani, abbiamo tutti in casa una bella cornucopia come soprammobile o centrotavola. È il simbolo della prosperità e della ricchezza per chi ne ha una nella propria dimora. In realtà anche questa simbologia rimanda ad un passato pagano, quello greco, e alla leggenda di Zeus, che fu allevato da una capra, di nome Amaltea e una volta divenuto padre degli dei, per ringraziarla trasformò una delle sue corna in un simbolo di prosperità, la cornucopia appunto. E questo male da cui tutti i partenopei rifuggono, che cosa sarà mai? Trattasi di malocchio. Parola orribile, impronunciabile per chi ne è stato colpito. Bisogna togliere il malocchio avrebbero urlato le nostre nonne e bisnonne.
Che cosa è il malocchio e come si fa?
Spesso ci chiediamo come sconfiggere il malocchio e abbiamo dei simboli esoterici portafortuna per timore di subire le energie negative degli altri.
Ma davvero basta un corno contro il malocchio? In realtà, la religione cattolica ci esorta a non credere in queste leggende metropolitane, perché spesso conducono in meandri oscuri e satanici, da cui poi è difficile uscirne fuori.
Il malocchio cos’è? Una parola che fa paura, ma in realtà affonda le sue radici nel latino.
Anche il corno napoletano significato esoterico ha un legame con il mondo greco, in particolare con Zeus.
E allora per levare il malocchio che dobbiamo fare? Prima di tutto portate sempre con voi il caro cornetto scaramantico, perché toccare ferro aiuta sempre. Con il corno malocchio vai via!
A quanto pare tutti i napoletani, ma anche quelli che ci credono agli occhi, portano in tasca l’amato corno scaramantico. E se ti chiedi ancora come si fa a togliere il malocchio, ecco la risposta della fede: un esorcismo in chiesa da un prete carismatico, la Santa confessione e Comunione, il Rosario sempre in tasca e stare lontani da chi dice sempre “beato te”.
Il cornetto portafortuna significato
C’è un film molto interessante di Totò, Lo iettatore, che ben spiega questa pratica con l’ironia. Lo stesso babà, il dolce napoletano per eccellenza insieme alla sfogliatella, ha una forma a corno per portare fortuna a chi lo mangia. Tornando al malocchio, questa pratica nasce nella notte dei tempi e letteralmente vuol dire occhio che getta male. È una metodologia legata alla stregoneria, alle janare o a chi viene definito uno jettatore alias colui che scaglia la jella! La sfortuna. È una superstizione che non ha validità scientifica, ma alle volte si dice che gli occhi della gente sono più potenti dei proiettili perché volontariamente o no (possono esercitarlo in modo involontario a causa di invidie, ossessioni, delusioni amorose) possono colpire ed affondare il malcapitato al loro sguardo.
E così c’è tutta una metodologia simbolica da seguire sia per farlo sia per togliere il malocchio. Una delle strategie per allontanare il malocchio è portare sempre con se’ un corno rosso e toccarne la coda per tre volte dicendo aglio, fracaglio, fattura che non quaglio… et similia. A Napoli c’è proprio la cultura del corno e nei Decumani si possono trovare di ogni sorta e dimensione, colorati sempre di rosso, ma alcuni anche azzurro Napoli. Spesso si associa il busto di gobbo (anch’esso simbolo portafortuna) ad una coda di corno.
E voi, ci credete alla sfiga?

Giornalista Pubblicista…“curiosa al punto giusto”. Amante dei viaggi e della cucina. Come reporter ha esordito sul quotidiano Il Roma nel novembre del 2007. Ha collaborato con testate on line come: NapoliVillage.it, Julie News, NapoliToday.it, il Mattino, HuffPost, Blasting News. E’ sempre “on the road” a caccia di verità!