Avrei voluto evitare di vivere questo dolore immenso, ma fa parte della vita. E scrivere aiuta ad esorcizzare le emozioni, quelle belle e quelle brutte. Non è facile per me, ho perso mio padre in modo repentino, beffardo e impotente, cinque mesi fa.
Da allora, ogni giorno non è più lo stesso. Ogni cosa per me non ha più lo stesso sapore, colore e valore che aveva un tempo. Osservo la vita con maggiore consapevolezza dell’immenso dono che ci è concesso nel vivere ogni giorno con le persone che amiamo. La vita è un dono, ma anche un gioco perverso contro il tempo.
La perdita di un genitore è un’esperienza che segna profondamente la nostra vita, cambiando il modo in cui vediamo il mondo e noi stessi. Affrontare un lutto così significativo vuol dire entrare in un territorio emotivo complesso, in cui si mescolano dolore, confusione e, spesso, una profonda solitudine.
Proprio io, che ho sempre amato stare in mezzo alla gente, ridere, scherzare…dopo la perdita di mio padre ho desiderato solo entrare in me stessa e restare con le mie emozioni. Non rifuggo la gente, ma ne faccio a meno, perché stare con gli altri significa rivivere ogni secondo quelle emozioni terribili che ho vissuto cinque mesi fa.
C’è solo voglia di rimuovere, come meccanismo difesa e come necessità di fare spazio al presente. Il passato è fermo nel mio cuore, ma non posso più riprenderlo con me. Parole dure, lo so. E’ un processo lungo e difficile l’elaborazione di un lutto, specialmente poi la perdita di un genitore. E non conta avere 15, 40 0 60 anni. Il dolore non conosce età. Colpisce e basta. Fa male, assai.
LEGGI ANCHE "Come affrontare dolore per la morte dei nonni"
Quando perdi un genitore, non perdi solo una figura affettiva, ma anche una parte di te stesso: quella relazione unica che ti ha accompagnato per tutta la vita. Questa esperienza può portarti a riconsiderare chi sei, quali sono le tue priorità e persino le tue relazioni con gli altri.
Alcuni dei cambiamenti più comuni che ho sperimentato includono:
– Senso di vulnerabilità: senza quel supporto emotivo, potresti sentirti più esposto e insicuro. E l’insicurezza è un nemico contro il quale combattere ogni giorno della tua vita.
– Crisi di identità: perdere un genitore può scuotere profondamente il tuo senso di chi sei. E’ forte soprattutto all’inizio, pochi giorni lo strappo emotivo, e non lo dico da psicologa, ma da paziente (nel vero senso latino “di colei che subisce lo strappo”).
– Cambiamenti nelle dinamiche familiari: e ti ritrovi, volente o nolente, a ricoprire nuovi ruoli, come supportare il genitore rimasto o gestire le responsabilità familiari. E non sono poche. Il lavoro è triplicato. E devi essere forte anche per tua madre che resta nella sua fragilità, per tua sorella che nasconde la sua sofferenza, forse superiore alla tua.
È naturale sentirsi smarriti. Ci vuole tempo, ve lo diranno in molti. Ed è così. E all’inizio le solite parole di conforto vi risulteranno addirittura insopportabili, fastidiose ma nessuno potrà davvero fare nulla, se non voi stessi. Si guarisce, un giorno alla volta, da un dolore indescrivibile come la perdita di un genitore. Si sta meglio quando sopraggiunge la rassegnazione e quella consapevolezza che sei parte di chi se n’è andato e lo sarai per sempre.
Indice dei contenuti
Cosa non fare dopo un lutto
Lo ripeto, parlo da figlia profondamente legata ai propri genitori, a mio padre poi che ve lo dico a fare! Affrontare la perdita di un genitore è un processo delicato che richiede tempo e pazienza. In questi momenti, è facile cadere in atteggiamenti che, pur sembrando protettivi, possono rallentare il percorso di guarigione.
Ecco alcune cose da evitare:
– Reprimere le emozioni: cercare di ignorare o nascondere il dolore non farà altro che prolungare il processo di guarigione. È importante permetterti di sentire il dolore, la tristezza e persino la rabbia. Piangere è fondamentale per lasciare andare. Piangere fa bene all’anima riequilibra le emozioni. Ognuna di quest’ultime ha un suo posto e valore in questo momento.
LEGGI ANCHE "Piangere fa bene all'anima: ecco quello che devi sapere"
– Isolarti dagli altri: anche se potresti sentirti sopraffatto, chiuderti in te stesso e allontanarti dalle persone care non ti aiuterà. All’inizio mi sono presa tutto il tempo per stare da sola, poi ho ripreso contatti con amici, colleghi e quanti con un sorriso, una parola o semplicemente con un caffè hanno riequilibrato la mia quotidianità. Condividere il tuo dolore con amici e familiari può offrire supporto emotivo e ridurre la solitudine interiore.
– Sovraccaricarti di impegni: molte persone cercano di distrarsi dal dolore occupandosi di attività o responsabilità eccessive. Anche se rimanere impegnato può sembrare utile, è importante concederti lo spazio per elaborare la perdita. Personalmente, mi sono ritagliata quelle due ore giornaliere completamente per me, senza strafare a lavoro.
– Evitare di parlare del genitore defunto: parlare di mio padre al passato può essere doloroso, ma evitare completamente l’argomento rischia di creare un vuoto emotivo ancora più grande. Ricordare i momenti vissuti insieme e onorare la sua memoria fa parte del processo di guarigione. E poi nessuno muore davvero quando vive nella memoria di chi resta.
Concediti il tempo di elaborare ogni fase del lutto e permettiti di ricevere supporto quando ne hai bisogno. Non si può affrontare il dolore completamente da soli, meglio ricorrere ad uno psicologo che aiuti a dare un nome ad ogni emozione, a farla uscire dal cuore e a riportarla nel posto giusto.
Cosa succede alla mente dopo un lutto
Il lutto può avere un impatto profondo e complesso sulla mente e sulle emozioni di una persona. Dopo la perdita di una persona cara, il cervello attraversa un periodo di grande stress e adattamento. Le reazioni possono variare notevolmente da individuo a individuo, ma ci sono alcune risposte comuni che molti sperimentano.
Inizialmente, può esserci un senso di incredulità e shock, come se la mente non riuscisse a accettare la realtà della perdita. Questo stato può essere accompagnato da un’ampia gamma di emozioni, come tristezza profonda, rabbia, senso di colpa o persino indifferenza. Questi sentimenti sono parte del processo di elaborazione del lutto e servono ad aiutare la persona a venire a patti con la nuova realtà senza la presenza della persona amata.
Il lutto può anche influenzare la capacità di concentrazione e la memoria. La mente può essere sopraffatta dai pensieri e dalle emozioni legati alla perdita, rendendo difficile mantenere l’attenzione su compiti quotidiani o ricordare eventi e dettagli. Inoltre, il sonno e l’appetito possono essere alterati, contribuendo a un senso di esaurimento e debolezza.
Col passare del tempo, la mente inizia a trovare un nuovo equilibrio, e le emozioni intense possono diminuire. Tuttavia, è importante riconoscere che il processo di lutto è unico per ciascuno e non esiste un “tempo giusto” per superarlo. Fare sport, una corsa in riva al mare, concedersi un piccolo “peccato di gola”, amarsi di più, viaggiare può aiutare a tornare in sé e a ritrovare l’energia per andare avanti dopo la perdita di un genitore.
La morte di un padre per una figlia
Affrontare la perdita di un padre è un’esperienza che cambia profondamente una figlia. E lo dico da figlia di 42 anni, che in fondo resta sempre quella bambina accoccolata tra le braccia del suo papà, abbandonata alle sue dolci coccole e alla certezza di averlo sempre accanto in ogni evenienza.
La figura paterna rappresenta spesso un punto di riferimento, un sostegno e una fonte di sicurezza. Quando questa figura viene a mancare, il vuoto che si crea è difficile da colmare. Sentirsi travolti da emozioni contrastanti è del tutto normale e far fronte a questa realtà può sembrare un compito arduo: inizieranno a mancarti le sue battute, i battibecchi ironici, le sue strane abitudini a tavola, il suo modo di russare, il suono del suo bastone sul pavimento…
In questo momento delicato, è fondamentale riconoscere e accettare il dolore, cercando di trovare un equilibrio tra il ricordo e la necessità di andare avanti. La perdita di un genitore, ancor più di un padre, non solo influisce sulla tua vita emotiva, ma può anche avere ripercussioni sui tuoi rapporti e sulla tua percezione di te stessa. In alcuni momenti non ti importerà più nulla di niente e di nessuno, e sarà del tutto normale. La vita avrà un sapore diverso, ma resterà sempre un dono bellissimo, un regalo immenso dei tuoi genitori.
Continuare a vivere, a sorridere e ad avere un obiettivo da inseguire è l’unico modo che abbiamo per onorare il ricordo di chi non c’è più.
Siate forti, non mollate e amatevi come vi ha amato il vostro papà…
Giornalista Pubblicista…“curiosa al punto giusto”. Amante dei viaggi e della cucina. Come reporter ha esordito sul quotidiano Il Roma nel novembre del 2007. Ha collaborato con testate on line come: NapoliVillage.it, Julie News, NapoliToday.it, il Mattino, HuffPost, Blasting News. E’ sempre “on the road” a caccia di verità!