
“Chiunque può cucinare ma solo gli intrepidi possono diventare dei grandi” e per diventare chef ci vuole grande passione e creatività, ma soprattutto studio ed esperienza, con un pizzico di umiltà per continuare a crescere.
Il settore della ristorazione punta sempre più su un modello di cucina di altissima qualità che sappia unire alla tradizione gastronomica anche l’eccellenza e la creatività degli chef.
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Come diventare uno chef?
Deliziare il palato di chi si siede a tavola è l’obiettivo di ogni bravo chef che si rispetti, ma non bastano solo la passione e la creatività ai fornelli per diventare un cuoco esperto. Lo chef non si limita a creare ricette, ma deve anche dirigere la preparazione dei piatti che rivisita, imposta il menù di un ristorante, analizza i costi e gestisce gli ordini delle materie prime, allo stesso tempo è formatore del personale.
Una mente attiva h24 e mani d’oro in grado di trasformare pochi ingredienti in un capolavoro, che i profani osano definire sui social un “foodporn”.
Il primo step per intraprendere questa carriera prevede l’iscrizione all’istituto professionale alberghiero, che già dopo tre anni permette di ottenere la qualifica di operatore di cucina di servizi di bar e di sala. Chi vuole proseguire può frequentare altri due anni di alberghiero o seguire un corso professionale di cuoco, che consente di diventare chef anche senza avere un diploma alberghiero.
Insomma, le strade per arrivare in cucina ci sono, ma è necessario avere anche un bagaglio di skills quali team leader, creatività, autonomia nell’organizzazione, capacità di gestire lo stress e massima flessibilità.

Chef Vincenzo Noviello

Formazione continua e dedizione sono alla base di questa professione che fa sempre più gola a tantissimi giovani innamorati della tradizione culinaria italiana, grazie anche ai numerosi format televisivi da Master Chef alla Prova del Cuoco, che hanno dato sempre più visibilità a questa figura di esperto dei sapori.
Tanta esperienza all’estero, una passione per la sua moto e quella curiositas per la rivisitazione dei piatti della tradizione napoletana, ben radicata nel suo DNA- che rimandano a quel bagaglio di odori e di sapori tramandati dalle nonne e poi dalle mamme – a cui sa dare quella nota di sapore con la quale firma ogni suo piatto, lo chef Vincenzo Noviello, docente alla Toffini Academy, racconta la sua avventura nel mondo della ristorazione.
Quando ha capito che avrebbe voluto diventare chef?
“Ho frequentato l’istituto alberghiero Cavalcanti di via Manzoni, a Napoli e mi sono diplomato nel 1999. Allora, studiavo per cercare di entrare al più presto nel mondo del lavoro. Spesso, la vita ti mette di fronte a dei cambiamenti improvvisi e a delle decisioni, che alla fine ti portano esattamente sulla strada che eri destinato a percorrere- e prosegue- Una volta che mi sono diplomato, sono andato all’estero, e sono rimasto per un anno in l’Inghilterra, tra Manchester e Blackpool, alla scoperta di nuovi sapori”.
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Lontano dalla terra d’origine si smuovono tante emozioni che portano lo chef Vincenzo Noviello a voler tornare in Italia.

Si è mai pentito di esser tornato in Italia?
“Assolutamente no. Si torna sempre dove si lascia il cuore. Ho iniziato la mia esperienza nel campo della ristorazione italiana lavorando all’hotel Minerva di Roma, dove sono rimasto per 5 anni. Avevo solo 23 anni, quando iniziai a capire di essermi innamorato di questo lavoro. Poi, sono partito per il Nord lavorando nell’ambito della ristorazione tra Milano, Pavia, Torino”.

Lo chef Vincenzo Noviello, nel tempo, si riavvicina alla sua terra partenopea, vivendo e lavorando prima ad Orvieto, poi, nel 2017, torna definitivamente a Napoli.
Qui intraprende il progetto di apertura di un ristorante e dal 2019 si occupa di consulenze in ambito ristorativo. Non mancano esperienze gourmet come chef per ville di lusso e Yatch tra Capri e la Sardegna. Attualmente, è insegnante al Rossini di Napoli e chef presso la Toffini Academy, nonchè consulente di enogastronomia.
Quali sono i suoi piatti forti?
“Non c’è un vero è proprio piatto di battaglia, c’è l’idea di un gusto, che si associa ad altri e mi fa pensare ad un piatto”.
A chi si ispira quando cucina?
“Quando sono ai fornelli mi ispiro ai viaggi che ho fatto e al palato, che come un muscolo migliora se lo alleni continuamente”.

La cucina è di per sé scienza ma sta allo chef farla diventare arte: lo chef Vincenzo Noviello sa rivisitare i piatti, mescolando tra loro tradizione e innovazione.
Ogni sua creazione culinaria lascia sempre una nota di meravigliosa goduria del palato: provate ad assaggiare la sua Genovese ristretta o il suo pollo al curry, il filetto di maiale in reverse searing con salsa al mirtillo, crema di patate al basilico e verza…vi state già leccando i baffi, vero?

Giornalista Pubblicista…“curiosa al punto giusto”. Amante dei viaggi e della cucina. Come reporter ha esordito sul quotidiano Il Roma nel novembre del 2007. Ha collaborato con testate on line come: NapoliVillage.it, Julie News, NapoliToday.it, il Mattino, HuffPost, Blasting News. E’ sempre “on the road” a caccia di verità!