“Ciò che non si può dire e ciò che non si può tacere, la musica lo esprime” ben diceva lo scrittore Victor Hugo. La musica è la voce dell’anima: muove le emozioni, apre la strada ai pensieri e rilassa il cuore. E da sempre l’Italia è fucina di grandissimi talenti musicali, uno di essi è il maestro Maurizio Colasanti, eccellenza italiana nel mondo. Aveva solo sette anni quando tenne il suo primo concerto solistico con la banda del suo paese, Pretoro.
Colasanti, dopo il diploma conseguito con il massimo dei voti e la lode al Conservatorio di Musica di Pescara, si laurea in Filosofia, disciplina che ben si sposa con l’armonia delle note. Inizia così la grande scalata verso la direzione d’orchestra con grandi maestri europei presso le scuole di Ginevra, Vienna e Budapest.
Docente presso prestigiosi conservatori musicali come: l’Illinois State Illinois University, la Royal College of Music di Melbourne Royal Accademy, ha anche collaborato con musicisti come A. Rosand, A. Pay, C.M. Giulini, A. Braxtone, G. Shuller, M. Larrieu, P. Badura Skoda. Nel 2012 è stato eletto direttore principale di varie orchestre, ha diretto in tutto il mondo: Seoul Philarmonic Orchestra, Teatro dell’Opera di Roma, St Martin in the Fields, Orchestra Sinfonica Siciliana, Orchestra teatro lirico di Cagliari, Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari, Finnish Symphony Orchestra, Czeck Philarmonic, Miami Symphony Orchestra, Deutchland Symphoniker, European Simphonieorkester, Solisti del teatro alla Scala di Milano, Illinois Symphony, Villa Lobos Symphony Orchestra.
Intervista esclusiva al Maestro Maurizio Colasanti
E il Maestro non si ferma mai, segue le note che risuonano irrefrenabili nel suo cuore e che dal prossimo 14 luglio fino al 30 luglio 2017 lo porteranno al teatro Sannazzaro di Napoli per presentare Maurizio’s Opera Production Competition con Le Nozze di Figaro. Ecco cosa ci ha anticipato…
Maestro, come è nata la sua passione per l’opera lirica?
M. Colasanti: “La passione per la musica e l’opera lirica è nata in banda. Sono stato musicalmente svezzato nella banda del mio paese a cominciare dall’età di cinque anni, come molti della mia generazione e del mio paese”.
Gli italiani amano l’opera o l’interesse è solo da parte del mercato straniero?
M. Colasanti: “Gli Italiani amano l’opera profondamente, ce l’hanno nel sangue. Ultimamente molti Paesi si stanno affacciando in maniera prepotente (in senso buono) all’opera lirica e alla tradizione del belcanto italiano. Ciò che stupisce e rattrista è constatare il fatto che, nonostante l’opera sia nata da noi e da noi sia diventato quel must che il mondo intero ci invidia, il sistema paese sembra alquanto gelido, per non dire indifferente, dietro questo mondo che potrebbe rappresentare una grande opportunità di rilancio. Un po’ quello che avviene nell’ambito museale e archeologico, l’Italia benché attraversata da iniziative lodevoli e ben fatte, non riesce a creare un sistema di promozione efficace lasciando il più delle volte i teatri e gli addetti ai lavori spaesati e soli di fronte ad una globalizzazione che presuppone organizzazione ed efficienza”.
Il progetto che cura da tempo che obiettivi insegue?
M. Colasanti: “L’istituto Giuseppe dell’Orefice promuove la realizzazione di una nuova formula a livello internazionale di master per la preparazione di giovani artisti nel settore dell’Opera Lirica- e aggiunge- L’attività è principalmente volta alla selezione e preparazione di giovani che abbiano una preparazione di base nel settore del Teatro Lirico, i selezionati accresceranno la loro conoscenza sotto la guida di Artisti e Professori ,ma soprattutto si confronteranno con la professione dell’Artista Lirico realizzando al termine del corso uno spettacolo operistico completo- e conclude-Il confronto con gli elementi che compongono il puzzle/spettacolo Orchestra, Tecnici, Costumi, Scenografia, Regia è la chiave per rendere il periodo studio non un semplice momento didattico ma una introduzione al mondo professionale, al rapporto con il pubblico”.
Maestro, presto sarete a Napoli, in cosa consisterà questa tappa?
“Napoli è una tappa fondamentale e la casa dell’Istituto Giuseppe dell’Orefice. Non dimentichiamo che Giuseppe Dell’Orefice fu protagonista della Napoli della seconda metà dell’Ottocento. Egli studiò presso il Conservatorio di San Pietro a Majella. Qui divenne direttore del coro e poi direttore d’orchestra e approdò al Teatro San Carlo, nel periodo d’oro dell’opera italiana. Diresse al San Carlo per diversi anni e fu anche compositore di fama. Questa tappa rappresenta un ritorno del nome di Giuseppe dell’Orefice nella sua città e ci auguriamo l’inizio di una attività culturale che aggiunga un mattone importante alla riscoperta di Napoli capitale”.
Trasformare le note musicali in un’armonia di emozioni è quello che promette la rivisitazione delle Nozze di Figaro del Maestro Colasanti.

Giornalista Pubblicista…“curiosa al punto giusto”. Amante dei viaggi e della cucina. Come reporter ha esordito sul quotidiano Il Roma nel novembre del 2007. Ha collaborato con testate on line come: NapoliVillage.it, Julie News, NapoliToday.it, il Mattino, HuffPost, Blasting News. E’ sempre “on the road” a caccia di verità!