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Filippo Felaco Cotto di Napoli: come non innamorarsi?

cotto di napoli mostra di filippo felaco

Si dice che l’amore nasca dagli occhi ancor prima di arrivare al cuore… e Filippo Felaco, maestro ceramista è davvero Cotto di Napoli. Lo intuisce chi si accinge a visitare la omonima mostra, allestita presso il refettorio della chiesa di San Domenico Maggiore, esposta fino al prossimo 3 giugno 2019 nell’ambito del Maggio Monumenti.

Cotto di Napoli mostra di colori e tradizione

Un tripudio di cubi sgargianti, al cui interno il maestro include e ritrae un aspetto del folklore e del fascino di partenopeo.

san domenico maggiore mostra di filippo felaco

Aspetti di una città dai mille volti e dalle emozioni vulcaniche. Difficile non restare ammaliati dalla sirena Parthenope, dai diavoli o dal pesce scorfano… ogni personaggio racchiude la storia di una città multiforme.

Felaco non è un semplice artigiano, innamorato cotto di Napoli, ma un vero e proprio artista, un rapsodo della ceramica,capace di cucire insieme tre diversi filoni narrativi: Cicerenella, Guarracino e la Sirena Parthenope.

cotto di napoli il pesce scorfano

La bellezza delle sculture policrome inserite in quadrati cromatici evoca momenti di Napoli noti attraverso storie e credenze popolari. Sono cento camerelle che accolgono vari aspetti della città in un alternarsi di colori dominanti quali il blu, il giallo e il rosso.

Felaco artista di Via Tribunali

Filippo Felaco è innamorato di Napoli e lo trasmette con una grande e garbata ironia, capacità cromatica e una cultura sorprendente. Seguono poi i personaggi, i luoghi e le voci di una Napoli magmatica e frenetica, immortalata in maschere variopinte, in pillole di tradizione custodite dalla cultura popolare: Pulcinella, San Gennaro, maturi gentiluomini, i numeri della tombola, i corni, la superstizione.  

Passeggiando tra le 100 camerelle di Felaco sono stata colpita dalle immagini dell’inferno e del purgatorio, emblematicamente rappresentate in quell’antico culto delle anime pezzentelle con la pratica dell’adozione di un teschio, che ancora oggi si osserva nel cuore del centro storico.

Incredibile la riproduzione fedele delle colonne maiolicate del chiostro di Santa Chiara o gli oggetti che custodiscono segreti, meglio noti come “ buatte”, ovvero i barattoli che contenevano i generi alimentari e che nel tempo hanno acquisito una funzione di scrigno.

Chi non è di Napoli e ne sa poco di questa città, attraverso le forme e i colori del maestro Felaco riesce ad appassionarsi alla storia e al folklore partenopeo: il Vesuvio, le carte napoletane come il tre di bastoni, il dialetto, il fascino delle sirene e dei diavoli di Mergellina.

Sicuramente una visita alla bottega del maestro in Via Tribunali 339 è d’obbligo per scoprire la fucina di meraviglie impastate con acqua, terra e fuoco.

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