Passano i secoli, passano le mode, avanzano le tecnologie ma gli uomini e le donne non cambiano nel rapportarsi ai sentimenti e nel modo di viverli. Le relazioni sentimentali si sono complicate notevolmente, soprattutto dopo i tre anni della pandemia: sono venute fuori tutte quelle “mine” nascoste nelle coppie poco solide e affiatate e hanno esarcebato e inaridito anche il più semplice flirt. E allora cosa c’entrano Penelope e Circe? E soprattutto chi sono?
Queste due figure femminili sono state prese in prestito dal poema omerico de “l’Odissea” per delineare due tipologie di donna, o meglio, due topos (luoghi comuni) di condizione sentimentale, caratteriale e di modus amandi, cioè in che modo conducono e vivono una relazione d’amore.
E l’uomo? Beh, l’archetipo di uomo medio è individuabile nella figura di Ulisse/Odisseo, protagonista dell’omonimo poema omerico (incentrato su una società del 12 secolo a. C). Scopriamo allora cosa significa crescendo imparerai che Penelope è uguale a Circe.
Secondo l’ultima indagine Istat condotta nel 2022 i più infedeli d’Europa sono gli italiani con ben il 58% dei tradimenti dichiarati dagli intervistati con un incremento del 18% rispetto all’anno precedente. Uomini infedeli, sì, ma anche le donne non scherzano a riguardo: sono ben il 64% quelle che hanno confessato di essere state infedeli almeno una o due volte.
Questa premessa è doverosa per capire cosa voglia dire la frase che Penelope è uguale a Circe: entrambe hanno qualcosa in comune, ma lo scopriremo più avanti.
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Chi è la donna Penelope
Penelope è la fedele moglie di Ulisse, che non smette di aspettare per vent’anni il ritorno del marito dalla guerra di Troia e dall’esilio. E’ l’emblema della moglie rispettosa del marito e fiduciosa nella solidità del proprio matrimonio. Ogni giorno tesse la tela e ogni notte la sfila: arguta, furba, integra pur di non cadere nelle mani dei Proci, principi pretendenti e aspiranti al regno di Itaca.
Penelope avrebbe potuto cedere alle lusinghe di numerosi e affascinanti uomini che la desideravano, ma ha preferito crescere suo figlio Telemaco e attendere il ritorno di Ulisse per 20 anni. Omero per questo le dona queste parole nell’Odissea: “La fama della sua virtù non morirà mai. Gli dei immortali eleveranno un canto in lode di Penelope e del suo dominio di sé”.
Ok, chi è Penelope nella nostra società? Lei è tutte quelle donne che accettano ripetute infedeltà da parte dei propri mariti, compagni, fidanzati storici e partner in generale, certa che prima o poi lui cambierà e tornerà da lei… e spesso tornano davvero, ma a che prezzo li si riaccoglie a casa? Penelope è forte, sopporta tutto, il più delle volte per “salvare la faccia” con la società e con la domanda “Che cosa penserà la gente, cosa diranno i nostri amici? Siamo sempre stati la famiglia perfetta!”.
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Purtroppo, i fatti parlano chiaro: le dinamiche di coppia sono complesse, l’amore si esaurisce o si trasforma in abitudine, amicizia, opportunismo…Penelope è sospettosa, anche perché non tutte le mogli possono attendere il ritorno del coniuge per 20 anni, ma resiste e si convince di essere l’unica…peccato che Ulisse nel frattempo si trastulli con la scusa delle tempeste e dei naufragi ora con la ninfa Calipso, ora con la principessa Nausicaa e infine con Circe, l’altra tipologia psicologica di donna.
Un uomo fedifrago difficilmente cambierà…ma Penelope può salvarsi, può dire “basta, vattene….resta in esilio per altri 20 anni” piuttosto che accoglierlo di nuovo nel talamo nuziale, fidandosi e non fidandosi che prima o poi Ulisse cadrà di nuovo nelle braccia della prossima ninfa…
Chi è la donna Circe
Circe rappresenta l’altra, l’amante, l’incantatrice e spesso è additata come la “meretrice, la stronza, la strega che ammalia anche l’uomo più fedele facendolo cadere nella tentazione e nella infedeltà”.
Come recita Omero nell’Odissea Circe è una maga e sa come ottenere quello che vuole, eccitando i desideri carnali degli uomini e alimentandoli come una droga: “… versò il suo veleno per far svanire dalla loro mente il ricordo della propria casa. Una volta che costoro vuotarono le coppe che lei aveva riempito, improvvisamente con un colpo di bacchetta li tramutò in maiali”.
Eppure, anche Circe ha un cuore e dei sentimenti. All’inizio può aver dato avvio ad un gioco pericoloso di sguardi e di tentazioni, ma è pur sempre una donna e si lascia trasportare dal cuore. Grande sarà il suo dolore e numerose le sue lacrime, quando Ulisse se ne andrà per far ritorno da Penelope.
Due donne completamente diverse nell’aspetto e nei modi di fare, nel modo di relazionarsi agli uomini…ma hanno così tanto in comune, e non si intende solo Ulisse! Penelope e Circe sono le due facce di una stessa medaglia: l’amore. Entrambe amano a modo loro l’uomo Ulisse, che è il vero narcisista, manipolatore e incantatore della vicenda amorosa. Ecco perché crescendo imparerai che Penelope è uguale a Circe, sono donne, ci mettono il cuore…sempre, nel giusto e nell’errore.
Quante donne, oggi, sia nel ruolo di mogli, compagne, fidanzate, sia nelle vesti di amanti, soffrono infinite assenze e silenzi del proprio uomo, consapevoli che “lui nasconda qualcosa, o l’altra”…alla fine la verità viene sempre a galla, in un modo o nell’altro. L’uomo può beccarsi una scenata, forse anche una causa di divorzio ma la farà sempre franca…Penelope e Circe sono condannate entrambe al dolore, alla consapevolezza di essere state prese in giro, di aver visto violato quel foedus (patto) d’amore e quella fides (fiducia) concessa all’ennesimo uomo che aveva promesso loro di amarle per sempre…
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E allora che fare? Non fidarsi più, non amare più…vivere ogni storia con un terribile sospetto o una dolorosa accettazione? Crescendo imparerai che Penelope è uguale a Circe: devono imparare ad amarsi più di quanto possano amare l’altro perché il vero foedus d’amore è con se stesse.
Il mondo è pieno di uomini Ulisse, pronti a ingannare, egoisti e anaffettivi, vigliacchi…lasciate che vivano intrappolati nelle loro menzogne e nelle loro “apparenti vite perfette”.
Gli uomini che rincorrono i soldi e la bella vita non sanno cosa voglia dire il verbo “amare”. Voi, che siate donne Penelope o donne Circe, meritate certamente di più e avete la forza e quel coraggio di vivere libere da schemi e da menzogne.
Buona vita a tutte le donne che hanno incontrato e lasciato al suo infernale esilio quel mentecatto di Ulisse!
Fonti
Studenti.it
Edizione Unive Ca Foscari
Odissea, Omero
Giornalista Pubblicista…“curiosa al punto giusto”. Amante dei viaggi e della cucina. Come reporter ha esordito sul quotidiano Il Roma nel novembre del 2007. Ha collaborato con testate on line come: NapoliVillage.it, Julie News, NapoliToday.it, il Mattino, HuffPost, Blasting News. E’ sempre “on the road” a caccia di verità!