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Cosa vedere a Napoli? Pier Macchiè e le sue performance

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Il centro storico di Napoli è un vaso di Pandora, al cui interno c’è un pullulare magmatico di artisti e poeti, di musica e allegria.  E così, passeggiando lungo Via San Pietro a Majella non si può fare a meno di fermarsi alle porte dello storico Conservatorio. Perché? Un simpatico e colorato menestrello si esibisce ogni giorno  con un curioso mandolino “il manviolino” insieme ad un grottesco  pupo parlante. Il poliedrico e vivace personaggio è Pier Macchiè, una mente vulcanica nel vero senso della parola, laureato al conservatorio di Napoli, che ha trasformato la sua passione, ovvero la musica, in un vero e proprio mestiere: il macchiettista.

Cosa fare nel centro storico di Napoli

Lo abbiamo apprezzato la settimana scorsa a Domenica In, programma condotto su RaiUno da Mara Venier, al cui show ha partecipato con una canzone per Mara. Oggi, lo incontriamo in centro storico, domani potremmo ritrovarcelo sotto il San Carlo, e dopodomani ancora chissà, magari al Vomero. Il maestro girovaga con la sua attrezzatura e si ferma laddove si sente più ispirato. Napoli è di mille colori ed è la culla della cultura che dalla strada arriva al teatro, approdando in televisione e spesso sbarcando anche sul web.

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Pier Macchiè ama Napoli in modo viscerale e non riesce a staccarsi da questa città che gli ha dato tanto calore e accoglienza. C’è chi si ferma per salutarlo, chiamandolo “maestro”, chi lascia un obolo di cinque euro solo per sentirlo cantare. Impossibile resistere alla simpatia del cappello a forma di cono, che richiama il Vesuvio, della giacca di un vecchio frac, trasformato in mezzo tight blu notte, le scarpe a punta e un corno frustino, che Pier ha sempre con sè in vita per difendersi da possibili molestatori (come già gli è accaduto in passato). Ogni pezzo del suo abbigliamento è stato realizzato dallo stesso Pier, che ha alle spalle anche un diploma all’Accademia delle Belle Arti.

Guarda qui l’intervista live

Chi è Pier Macchiè?

È un personaggio creato sei anni fa, mentre Pier svolgeva il macchiettista e la posteggia per altri cantanti sulle navi da crociera dirette in Finlandia e Svezia. Durante quei viaggi, l’artista comprese il legame indissolubile con la sua Napoli tanto da voler tornare per restare qui definitivamente. E così, competenze artistiche alla mano e mandolino nell’altra, Pier Macchiè ha forgiato un altro sè in plastica: il pupo, legato tramite fili invisibili al suo Manviolino (strumento a corda realizzato sempre dallo stesso Pier), che è l’alter ego dell’artista, quello che lui stesso ha chiamato “il figlio scemo”, il Pier di una volta, quello che dovrebbe essere secondo la società. Ogni giorno, il maestro di musica tiene ben tre concerti di strada dividendosi tra Lungomare (soprattutto d’estate), Teatro San Carlo, Vomero, Piazza del Gesù, conservatorio a San Pietro a Majella.

Quanto si guadagna facendo l’artista di strada?

Il maestro sorride e risponde che “la gente è generosa, se la sai far ridere” e così ogni giorno riesce a portare a casa tra i 20 e i 30€ . Pier Macchiè è anche poeta, artista completo dunque, che mescola stilnovo e poesia giullaresca, e scrive da sei anni circa uno zibaldone di pensieri e versi, noto come il “Diario di Pier Macchiè”, che pubblicherà non appena troverà l’editore giusto.

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Intanto, il maestro ha creato una pagina su Instagram per quanti desiderano seguire le sue tracce ed ascoltare le sue piece divertenti su Imu, Tasi, Rai.

Quando il mondo diventa un pasticcio enorme con nessuno al timone, è il momento per gli artisti di lasciare il segno…Diceva Joni Mitchell, e direi che Pier Macchiè sta già lasciando pillole di cultura ovunque si ferma.

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